Mi presento.

Da sandro.raso Dom 15 Feb - 23:02

Da poco tempo mi sono iscritto a questo forum che ho scoperto solo recentemente, visto che La Spezia non è proprio il luogo dove opero, anche se sono nativo della provincia (precisamente di Borghetto). Qui abito soprattutto nei mesi estivi, mentre la mia residenza abituale è a Chiavari, e la mia sede di lavoro a Sestri Levante (sono funzionario comunale responsabile dell'ufficio Demanio Marittimo).

Visto che ho una età molto maggiore rispetto a quella di altri forumisti (54 anni) i miei ricordi diretti spaziano in un passato più lontano, ad esempio ricordo, quando ero bambino, di aver visto la Ferrovia dell'Arsenale (dove oggi c'è la pista ciclabile) ancora in funzione, e le manovre a La Spezia Centrale e Valdellora eseguite con macchine a vapore.

Per quanto riguarda gli autobus, di cui da ragazzo mi sono servito molte volte, ricordo nello spezzino (Val di Vara) e nel sestrese (Val Petronio) quelli della SITA.

Un altro mio ricordo da bambino, visto che spesso venivo portato a Genova dove avevamo ed abbiamo ancora diversi parenti, riguarda i mezzi su rotaia, in particolare per due cose. 1) La Stazione Brignole che sino al 1964 (avevo 9 anni) era bicorrente, lato Principe c'era ancora il bifilare trifase, per cui tutti i treni, tranne i complessi ALe.840 bicorrente, dovevano sostare 15/20 minuti per il cambio trazione. 2) I tram genovesi, su cui sino al 1966 quando vennero soppressi ho potuto viaggiare molte volte, in particolare d'estate per andare al mare da Sampierdarena (casa di zii) a Prà, dove ora c'è la fascia di rispetto, all'epoca stimatissima località balneare.

Approfitto per aggiungere una cosa che pochi sanno, anche se risale ad un'epoca precedente che non posso ricordare di persona: l'unico mezzo su rotaie, che io sappia, che abbia mai percorso la Vara. C'era infatti, sino all'epoca della seconda guerra mondiale, una piccola ferrovia mineraria, a servizio della miniera di manganese di Cerchiara.
I carrelli vuoti in salita venivano trainati da animali da soma, quelli in discesa, carichi di minerale, arrivavano in paese per gravità, frenati dagli stessi minatori che tornavano a casa a fine turno (sistema impensabile con le norme di sicurezza di oggi, ma allora non ci si badava). Il tutto faceva capo ad una tramoggia vicino all'attuale chiesa parrocchiale, dove il minerale veniva caricato su autocarri.
Della ferrovia non ho mai visto alcuna vestigia, ma ne è rimasto il ricordo: la strada, asfaltata per circa un chilometro e poi sterrata, che ne ha preso il posto (la miniera è esaurita da oltre 60 anni) si chiama ufficialmente "Via Redarena", ma sul posto è conosciuta semplicemente come "Il Binario".